Il libro in poche parole: dopo aver salvato suo fratello Saba deve trovare un posto dove mettere nuovamente radici, ma sembra che il destino abbia altri piani per l’Angelo della Morte.
In questa recensione non ci saranno punti forti e punti deboli perché ogni particolare ha i suoi pro ed i suoi contro, oppure mi è indifferente. Iniziando a leggere mi aspettavo di trovare la Saba forte e determinata di Dark Eden ma sembra che dopo aver trovato suo fratello, e averlo salvato, non abbia più uno scopo verso cui puntare, ha perso il suo carisma e anzi, sembra impazzire. È in depressione, sta affrontando le morti che ha causato e a cui ha assistito e non ne sta uscendo vincitrice, cosa che non mi aspettavo visto il tipo di personaggio che era. È un particolare che l’ha resa più umana ai miei occhi ma che ha rallentato la narrazione, già di per sé lenta.
Il fratello di Saba, Lugh, merita un paragrafo solo per sé: è uno dei personaggio più insopportabili che ci siano nel libro, è sempre arrabbiato e non vuole fare niente che non gli vada a genio, pensa di avere ragione solo lui e che sua sorella sia una pazza squinternata (il che non è falso, ma solo nella prima parte del libro). Insomma, lei lo ha salvato e questo è il ringraziamento? Era meglio se Dark Eden finiva in tragedia a questo punto!
La parte che mi ha sorpreso più di tutte invece è lo stile, pensavo sarebbe stato più difficile da leggere visto la lingua dialettale e la mancanza di alcuni segni di punteggiatura invece è stato piuttosto semplice e piacevole.
Un ultimo appunto… Demalo mi sta piacendo, è decisamente più interessante di Jack anche se sembra un esaltato.
In conclusione è un libro che merita di essere letto e che accresce la voglia di sapere come tutta la storia potrebbe andare a finire e devo ammettere che in questo caso non ho neanche una minima idea in proposito.