martedì 7 maggio 2019

Recensione: Roseblood di A. G. Howard

Titolo: Roseblood
Autore: A. G. Howard
Data di Uscita: 22 febbraio 2018
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Numero Pagine: 448

Rune Germaine ha una splendida voce, paragonabile a quella di un angelo, ma è afflitta da una terribile maledizione: ogni volta che si esibisce, infatti, si sente malata e stanca, come se la bellezza del suo canto le rubasse ogni volta un po’ di vita. Sua madre, nel tentativo di aiutarla, decide di iscriverla a un conservatorio poco fuori Parigi, convinta che l’arte potrà curare la strana spossatezza di Rune. Poco dopo il suo arrivo nel collegio di Roseblood, la ragazza comincia a rendersi conto che c’è qualcosa di soprannaturale nell’aria. Il misterioso ragazzo che vede spesso in cortile, infatti, non frequenta nessuna delle classi a scuola, e scompare rapidamente come è apparso, non appena Rune distoglie lo sguardo. Non ci vuole molto perché tra i due nasca un’amicizia segreta. Thorne, è questo il nome del ragazzo, indossa abiti che sembrano provenire da un altro secolo e in sua presenza Rune comincia a sentirsi meglio, quasi cominciasse davvero a guarire. Ma tra i corridoi di Roseblood c’è una terribile minaccia in agguato, e l’amore tra Rune e Thorne, che comincia a sbocciare, verrà messo a dura prova. Dalla scelta di Thorne, infatti, potrebbe dipendere la salvezza di Rune o la sua completa distruzione.

3 Stelline e mezzo
Bello ed Intrigante

Recensione


Mi piace sempre molto l’idea di leggere retelling di storie che già conosco, sia che mi siano piaciute che il contrario, e in queste ultime settimane ho fatto un po’ il pieno ma visto che ero in tema ho deciso che inserire anche RoseBlood non avrebbe fatto male.
Rune Germain è una talentuosa cantante che alla fine di ogni sua performance sta male per molto tempo e questo, a detta di sua madre, le impedisce di avere il successo che merita. Viene così mandata in una scuola nella periferia di Parigi dove gli studenti si preparano a diventare star dell’opera, che sia nel canto o nella danza o nella musica. Rune è una ragazza molto superstiziosa e dopo aver scoperto alcuni parallelismi tra la sua nuova scuola e la storia del Fantasma dell’Opera si convince di vedere coincidenze e ovunque. Ma lo saranno davvero? Oppure c’è qualcos’altro dietro?
Premetto che qualche anno fa ho letto l’opera di Gaston Leroux e non mi è piaciuta tantissimo, credo che l’unico capitolo che mi ha coinvolta fino in fondo sia stato il penultimo e questo è un tutto dire, e premetto anche che la trama di questo libro in realtà non mi attirasse tanto, però ogni storia che ho letto di quest’autrice mi è piaciuta e anche per questa i giudizi erano molto lusinghieri quindi mi sono fatta convincere.
L’ho trovato noioso all’inizio. Ho fatto molta fatica ad entrare e capire la storia e mi sono dovuta obbligare ad andare avanti, e alla fine per fortuna che l’ho fatto, però quella parte di incertezza iniziale, che c’è quasi sempre in un libro, è stata troppo lunga per i miei gusti. Poi dopo mi ha coinvolta perché sono stati inserite la mitologia sugli incubi e su un tipo particolare di vampiri, e il concetto di fiamme gemelle che ho trovato davvero dolce e sensato, che ha reso questa lettura interessante e diversa dalle altre.
L’ambientazione è molto fiabesca e macabra allo stesso tempo, il fiabesco è reso dalle descrizioni dei luoghi dell’autrice mentre il macabro lo aggiungono i personaggi, tutti molto particolari e ogni tanto ambigui.
Rune è la protagonista, è una ragazza insicura e spaventata da se stessa e da quello che può fare, è convinta di non meritare affetto e amicizia e cerca di stare lontana dagli altri ma in realtà cerca soltanto qualcuno a cui appartenere e che la comprenda. L’ho trovata molto articolata come personaggio e anche se di solito non mi piacciono i protagonisti insicuri, lei funzionava. Un altro personaggio importante, perché altra parte della narrazione è Thorn, un ragazzo che vive nel sotterraneo della scuola e che si comporta come l’Erik del Fantasma dell’Opera, una persona estremamente reale che vorrebbe però soltanto avere una vita normale nonostante abbia scelto di essere dove si trova. Lui mi è sembrato un poeta in erba e devo dire che in certi momenti mi ha divertita anche se sono sicura non fosse quello l’obbiettivo. L’ultimo personaggio che voglio menzionare è Erik: sappiamo già che fondamentalmente era il cattivo del romanzo originale, un personaggio oscuro la cui vita è stata determinata dall’aspetto esteriore e che non è riuscito ad ottenere quello che voleva. Devo ammettere che mi ha affascinata qui, la sua intelligenza, la sua fragilità, è un personaggio complicato ma davvero interessante.
Il libro è macabro e tratta in modo intelligente molti temi diversi facendoli amalgamare perfettamente e senza che sembrino troppo pomposi o forzati, la parte che ho apprezzato di più è stata quella romantica, aveva senso e non era ridicola, molto profonda e tenera. Bellissima.
Ve lo consiglio se questo è il genere di libro che leggete di solito, se invece preferite letture più leggere non credo faccia per voi.

Altri libri della stessa autrice:

- Il Mio Splendido Migliore Amico (Splintered #1) (recensione)
- Tra le Braccia di Morfeo (Splintered #2) (recensione)
- Il Segreto della Regina Rossa (Splintered #3) (recensione)
- 6 Cose Impossibili (Splintered #3.5) (recensione)
- The Architect of Song (Haunted Heart Legacy #1) (recensione
The Hummingbird Heart (Haunted Heart Legacy #2)  (chiacchiere su...)
- Shades of Rust and Ruin (Shades of Rust and Ruin #1) (chiacchiere su...)

Un abbraccio,

Giollyna